Case di terra

Tecniche costruttive delle case di terra

Regole generali di costruzione

La longevità delle costruzioni in terra dipende dalla prevenzione al degrado dovuto all’umidità. Sono consigliati pertanto: un basamento munito di impermeabilizzazione orizzontale, che impedisca la risalita capillare dell’umidità; un tetto sporgente che protegga dalle piogge di stravento e/o un eventuale intonaco con caratteristiche di traspirabilità ed elasticità.

La materia prima

La materia prima è un impasto di terra (argilla), paglia trita, acqua e possibilmente materia organica, con eventuali aggiunte di altri materiali di “carica” come ghiaia, macerie recuperate da vecchie case rovinate che possono sostituire la paglia. La paglia, oltre che essere essa stessa materiale di carica, funge da armatura, da minuto filamento in grado di dare stabilità e coesione all’impasto una volta che si sia seccato. L’aggiunta di materia organica presente nella terra incrementa le proprietà colloidali dell’argilla, conferendo all’impasto, con le su proprietà leganti, maggiore compattezza e resistenza agli agenti atmosferici.

L’impasto viene lavorato con mani e piedi sino ad ottenere una massa plastica, che nel maceratese prende il nome di cerretano o carginellu (calcinella). Fin da queste fasi costruttive iniziali l’intera famiglia prende parte ai lavori, aiutata da quella forma di solidarietà istituzionale che è lo “scambio d’opere” tra vicini. Questa materia prima presenta, oltre al vantaggio di un costo molto basso, un sicuro pregio funzionale: l’elevata coibenza, che assicura agli abitatori della casa di terra un buon isolamento dal caldo e dal freddo.

Sistemi di costruzione

Il crudo è una delle tecnologie costruttive più antiche e più diffuse nel mondo e può essere usata in numerose varianti. Le principali sono: l'adobe, il pisè e il bauge.

Adobe

Il termine “Adobe” (dall'arabo al‐tub: il mattone) indica i mattoni, di qualsiasi forma e dimensione, realizzati con semplice terra, di norma mista a paglia o altre sostanze di origine vegetale, essiccati al sole, dopo essere stati messi in forma entro appositi stampi e quindi utilizzati per la costruzione di muri o anche di volte e cupole. Il mattone costituito da un impasto di terra o terra e paglia, sagomato in apposite forme e seccato al sole, resta la tecnica “in crudo” più diffusa nel mondo e in Italia.

Adobe industriale (colato o tagliato): tecnica sviluppata in USA e in Australia. In Sardegna, dove l’adobe è ancora utilizzato, la fase di produzione è meccanizzata solo per la preparazione dell’impasto.

Blocchi compressi

La terra prevalentemente sabbiosa (50% sabbia, 25% limo, 25% argilla), omogenea e setacciata (0,5-1 cm) viene utilizzata allo stato umido per essere compattata (2-4 N/m 2) in presse manuali o meccaniche. I tempi di essiccamento sono ridotti perché l’impasto di partenza contiene meno acqua ed offre un prodotto più resistente e stoccabile da subito. Spesso i blocchi di terra compressa vengono stabilizzati (BTS) con il 5-10% di legante idraulico (si utilizza una terra più sabbiosa: 50-75% sabbia).

Blocchi estrusi

Imitano la moderna produzione dei laterizi utilizzando un impasto speciale (meno argilloso e a volte alleggerito con fibre naturali). E’ possibile utilizzare i mattoni tradizionali, prima della cottura, con funzione autoportante, preferibilmente per pareti interne divisorie o di tamponamento (in strutture a ossatura lignea).

Pisè (o terra battuta)

Pisè è un termine francese di origine latina. Con esso si designa la costruzione tradizionale di muri spessi realizzati comprimendo la terra entro forme laterali che vengono progressivamente spostate via via che il lavoro procede. Si compatta la terra per strati (8-10 cm) entro un sistema di casseratura, si realizzano così in opera grossi blocchi che possono essere raccordati tra loro, con giunti verticali o diagonali. Ogni livello presenta blocchi sfalsati orizzontalmente rispetto a quelli sottostanti. Occorre una terra con granulometria molto differenziata. Attualmente si utilizzano compattatori meccanici che aumentano la solidità e omogeneità di ciascun blocco. Nel pisè prefabbricato (N. Meunier) i blocchi sono formati al suolo per poi essere imbragati e trasportati in opera.

Bauge o massone

Conosciuto col nome di “massone” nelle Marche ed in Abruzzo, è la tecnica più elementare e consiste nell'ammucchiare e pressare in filari regolari grossi pani di terra, in genere mista a paglia o ad altri leganti vegetali. I “massi”, blocchi di terra e paglia, vengono a lungo lavorati ‐ impastati come il pane ‐ stoccati in un luogo protetto e quindi posti in opera per formare muri monolitici.
Esistono innumerevoli altre varianti come il torchis che consiste nel fabbricare muri, tamponando con la terra uno scheletro di paglia e frasche, o il fachwerk dell'area germanica, che usa la terra sotto forma di blocchi o mattoni per tamponare strutture con ossatura portante in legno alleggerita.

La terra ha la funzione di legare tra di loro diversi materiali (paglia, argilla espansa, scaglie di legno) così da costituire pareti isolanti all’interno di un’ossatura portante. La tecnica della terra‐paglia (F. Volhard), prevede l’immersione di fibre lunghe di paglia in una barbottina di terra argillosa e un periodo di riposo di 24 ore prima della sua messa in opera entro casseratura. Nel caso di terra‐legno e terra‐argilla espansa, la terra argillosa viene mescolata insieme ad altri elementi in un miscelatore planetario; in questo caso non occorrono tempi di riposo dell’impasto che viene subito costipato nei casseri.